Il #ransomware rappresenta una delle più grandi minacce informatiche per le aziende. Ma in cosa consiste? Lo indica la parola stessa, fusione dei termini inglesi “ransom” (“riscatto”) e “malware” (“software malevolo”). Si tratta infatti di un #virusinformatico che blocca l’accesso al sistema del dispositivo infettato o rende inaccessibili i file contenuti nello stesso, chiedendo il pagamento di un riscatto per sbloccarlo.

Come si può prendere un ransomware? Questo tipo di software malevolo si diffonde principalmente tramite le e-mail di #phishing, che invitano il destinatario a cliccare su un determinato link o a scaricare un file allegato. Il ransomware si può prendere anche navigando su un sito che è stato volutamente infettato, inserendo nel proprio dispositivo una chiavetta USB contenente il software malevolo, scaricando programmi che permettono di ”crackare” software costosi, e in altri modi ancora.

La caratteristica che rende questa tipologia di virus così diffusa a livello mondiale è proprio l’estorsione di #denaro da parte dell’hacker. Le richieste di riscatto, infatti, sono raddoppiate nel giro di un solo anno: da una media di 115 mila dollari nel 2019 sono passate a 312 mila nel 2020, per un totale di 20 miliardi nel solo 2020.

La crescita esponenziale dei ransomware negli ultimi anni ha spinto gli Stati Uniti ad organizzare un summit mondiale contro gli attacchi hacker che si terrà questa settimana e che prevede la partecipazione di 30 paesi. Resilienza nazionale, contrasto alla finanza illecita, interruzione degli attacchi e addestramento avanzato delle forze dell’ordine e della diplomazia in materia saranno solo alcune delle aree tematiche affrontate durante questi incontri virtuali.

Nel nostro piccolo, vorremmo condividere con voi alcune delle #bestpractice da seguire per evitare che i vostri dati aziendali vengano compromessi da un ransomware:

  • Aggiornare costantemente l’antivirus ed il sistema operativo del vostro computer
  • Eseguire il backup dei dati aziendali
  • Non aprire mai i link o gli allegati inviati tramite e-mail sospette
  • Fare attenzione prima di cliccare su banner in siti non sicuri
  • Non inserire nel proprio computer chiavette USB di cui non si conosce la provenienza

https://www.corriere.it/tecnologia/21_ottobre_15/attacchi-hacker-casa-bianca-usa-russia-33bdb35a-2cd2-11ec-88e3-c56da7ff1543.shtml